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IL MIO CANE MI FA I DISPETTI!, Articolo di Valeria Rossi

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view post Posted on 23/3/2024, 14:38
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Condivido questo interessante, divertente e sempre attuale articolo di Valeria Rossi, dal sito 'Ti presento il cane'.


“Me lo fa apposta!”
“Lo fa per farmi dispetto!”
Queste frasi non mancano MAI nel repertorio dell’umano che racconta dei guai combinati dal suo cane. In alcuni casi vengono i brividi sentendo parlare di questi presunti “dispetti” che evidentemente nascondono disagi gravi e a volte anche patologie (come l’ansia da separazione): in altri casi l’umano – spesso dopo aver dichiarato che il suo cane “è scemo” – ne parla come se fosse capace di tali e tanti processi mentali che anche il più convinto cognitivista non può far altro che sorridere.
Chiariamo subito una cosa: il cane non è letteralmente in grado di “fare dispetti”, perché il concetto di “dispetto” è un’astrazione assolutamente NON alla portata della sua mente. Non è questione di essere “buoni” o “cattivi”, ma semplicemente di non essere capaci di concepire un pensiero come “faccio questa cosa per causargli un dispiacere”, o “per vendicarmi di un torto subito”.
Il cane ragiona, lo sappiamo e lo accettiamo ormai tutti senza difficoltà: ma ragiona “da cane”: il che comporta l’incapacità di legare un’azione o un comportamento a qualcosa che “sarà”.
Il cane vive nel presente: è in grado di ricordare il passato, questo sì (in caso contrario non potrebbe imparare dagli errori commessi e non potrebbe neppure sopravvivere), ma non ha cognizione del futuro. Quindi non è letteralmente in grado di concepire una “vendetta”, tanto meno spostata in avanti nel tempo.

Perché, dunque, è così diffusa l’idea del cane che “fa i dispetti?”
Perché se ne sente parlare praticamente da TUTTI i proprietari di cani combinaguai?
La risposta sta soprattutto negli atteggiamenti “colpevoli” che il cane assume dopo aver combinato il guaio (specie al ritorno degli umani, se l’ha combinato in loro assenza): “si vergogna”, “fa la faccia colpevole”, “sa benissimo di averlo fatto” sono, infatti, le spiegazioni classiche degli umani a cui cerchi di spiegare che il “dispetto” , per il cane, non esiste.
I casi più classici sono quelli dello sporcare in casa e dei comportamenti distruttivi: è sicuramente vero che il cane, al nostro rientro, “fa la faccia colpevole”, e non c’è bisogno di essere esperti psicologi per capirlo… ma il punto è che non si vergogna affatto. In realtà fa quella faccia lì perché ha paura di noi, che in passato, di fronte allo stesso tipo di comportamento, l’abbiamo punito.
Se torniamo NOI indietro nel tempo, e pensiamo alla prima volta in cui abbiamo trovato – per esempio – il laghetto di pipì in casa, dovremo anche ricordare che il cane ci è venuto incontro scodinzolando felice come sempre: solo che noi, trovando il misfatto, abbiamo piantato su un casino. L’abbiamo sgridato, o picchiato, o magari – se siamo particolarmente cuggini – gli abbiamo piantato il muso nella pipì.
Di tutto questo lui si ricorda benissimo: e questo è il solo motivo per cui, vedendoci rincasare la seconda volta in cui ha fatto la pipì in casa, è in grado di abbinare questa circostanza con la nostra furia e di pensare qualcosa come “oddio, adesso diventa di nuovo una belva”.
Da qui la faccia impaurita e preoccupata che noi interpretiamo come “faccia colpevole di chi sa di averla fatta grossa”.
Ma non è proprio così: quella, in realtà, è la faccia di chi si aspetta che NOI la facciamo grossa, ovvero che abbiamo manifestazioni di rabbia e reazioni inconsulte.
La pipì in casa, al contrario, lui non l’ha fatta di certo per “far dispetto a noi”: o l’ha fatta perché gli scappava e non siamo stati presenti per portarlo fuori, o l’ha fatta perché era stressato (magari proprio a causa della nostra assenza, come avviene nei casi di ansia da separazione).
In nessun caso il cane la fa “per punirci”: la fa perché orinare è una classica reazione allo stress (e non solo nei cani: avete mai pronunciato la frase “me la sono fatta addosso dalla paura”?), così come lo è il comportamento distruttivo (che può andare dal rosicchiare allo “sbranare” oggetti).

Ovviamente, reagendo in modo punitivo a un comportamento di stress, non è proprio che aiutiamo il nostro cane a superarlo: anzi, lo peggioriamo. Poniamo il caso che il cane soffra davvero di ansia da separazione: appena usciamo lui si stressa perché senza di noi si sente insicuro e in balia di sconosciuti pericoli, e per questo orina. In più, quando rientriamo, si sente in balia di un altro pericolo, stavolta conosciutissimo: le nostre ire funeste e le nostre reazioni inconsulte, tipo quella di ficcargli il muso nello sporco.
Abbiamo così un cane infelice sia quando ce ne andiamo che quando torniamo: un gran bel risultato, che sicuramente non ci aiuterà molto a superare il problema.
Dimentichiamo, e alla svelta, anche, l’idea che il cane “voglia punirci” perché l’abbiamo lasciato solo, e sostituiamola con quella, più corretta, del cane che si impaurisce e va in crisi perché è rimasto solo: in questo modo riusciremo ad affrontare la cosa dalla giusta prospettiva, e potremo aiutarlo (magari con l’aiuto di un professionista) a superare lo stress da abbandono (perché è così che lui lo vive) o altri tipi di stress che lo inducono a comportamenti indesiderati.
Attenzione: indesiderati per noi, non “sbagliati” in assoluto, perché per il cane un altro concetto che proprio non esiste è quello di “giusto” e “sbagliato”.
Il cane, non mi stancherò mai di ripeterlo, NON ha un senso morale: il che non significa che sia un “amorale”, ma che non ha e non segue regole culturali che gli facciano pensare “questo è giusto (ovvero, eticamente-moralmente corretto) e questo no”.
E guardate che in realtà non li abbiamo neanche noi, quei concetti lì, finché qualcuno non ce li inculca: perché un neonato, ancora non soggetto a regole culturali, si comporta esattamente come un cane, facendo pipì quando e come capita, facendo a pezzi qualsiasi cosa gli sembri divertente fare a pezzi, dicendo qualsiasi cosa gli passi per la testa (quando ha imparato a parlare) senza badare alle conseguenze e così via.
Se non avessimo genitori che ci spiegano in continuazione che “così non si fa”, che “questa parola non si dice perché non sta bene” e così via, anche noi umani cresceremmo obbedendo semplicemente ai nostri istinti e a quarant’anni pisceremmo allegramente in mezzo alla strada e ci esprimeremmo senza alcuna forma di ritegno senza neppure bisogno di aver mangiato le apposite caramelline.
A differenza del cucciolo, però, noi siamo in grado di “fare i dispetti”, una volta cresciuti: perché c’è una precisa area del nostro cervello deputata proprio alla malignità, all’intenzione di ferire o di infastidire. Quest”area, però, nel cane è atrofizzata. Non funziona proprio.
Quindi il cane, come il bambino, impara che è “giusto” ciò che è bene accetto dai suoi umani e che è “sbagliato” ciò che è sgradito ai suoi umani (così come, per il bambino, diventa giusto o sbagliato ciò è che bene accetto o sgradito alla società): ma NON farà mai il “salto di qualità” mentale che gli permette di fare una cosa sbagliata sapendo che è sbagliata, con l’intenzione di rompere le scatole a qualcuno.
Non gli è letteralmente possibile: il cane ha tante possibilità di fare un dispetto quante e ha di poter risolvere un’equazione quantistica.
Togliamoci quindi questa idea dalla testa, perché ci porterebbe solo a far danni nell’educazione e nel rapporto con il nostro cane.

Ultima considerazione: alcune persone reagiscono sdegnati alla mia dichiarazione che il cane “fa la faccia colpevole perché ha paura di loro” dichiarando che “non è possibile”, perché loro “non hanno mai picchiato il loro cane!” (e di solito mi guardano come se li avessi accusati di essere dei mostri di Lochness).
Può succedere. Anzi, è frequentissimo.
Noi NON ci rendiamo conto di aver “punito” il cane, solo perché non gli abbiamo mai messo le mani addosso: ma dimentichiamo che il cane è un animale sensibilissimo e che sa leggere perfettamente il linguaggio del corpo! Quindi, per lui, può essere già una “punizione” il “vederci” arrabbiati, o anche solo rattristati, anche se non gli abbiamo detto una sola parola di rimprovero: e scagli la prima pietra chi, trovandosi un disastro in casa, non si è mai messo le mani nei capelli e non ha almeno tirato una sequela di parolacce, anche se non si rivolgeva direttamente al cane.
Per lui questo basta e avanza: lui, da quel momento, saprà che di fronte allo “spettacolo” X (pozza di pipì, spazzatura rovesciata, divano rosicchiato) noi reagiremo con manifestazioni di disappunto-tristezza-disperazione… e quindi si dispone nello stesso stato d’animo, facendo “facce” conseguenti perché ci ama ed è empatico con noi. Ma il fatto di essere stato proprio lui la causa di questo nostro dispiacere non gli passa neppure per la testa!
Insomma, quella del “cane che fa i dispetti” è una “cugginata” in piena regola, e prima ce ne libereremo meglio sarà per tutti: cani e umani.

www.tipresentoilcane.com/2011/08/2...-fa-i-dispetti/
 
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